Respinta la class action sulla resistenza all’acqua di Iphone

31 Gennaio, 2022

Categorie: Curiosità - Smartphone

È giunta a conclusione dopo nemmeno un anno la class action intentata negli USA nei confronti di Apple intorno alla resistenza ai liquidi di alcuni modelli di iPhone.

Denise Cote, il giudice distrettuale degli Stati Uniti che ha seguito il provvedimento, ha respinto l’azione legale dei consumatori: non avrebbero dimostrato che i loro iPhone avessero subito danni al contatto con un liquido nelle circostanze in cui Apple assicura la citata resistenza, non ravvisando, per questo motivo, frodi di sorta.

In definitiva, prove insufficienti per condannare Apple: impossibile provare che la società volesse “gonfiare” l’impermeabilità di iPhone, o che i consumatori ad agire contro la Mela fossero stati ingannati in fase d’acquisto da “marketing fraudolento”.

Alla luce del provvedimento con cui l’AGCM nel 2020 ha condannato Apple a 10 milioni di euro di multa, forse i consumatori americani avrebbero sperato in un esito diverso: In quell’occasione l’Autorità italiana Garante della Concorrenza multò Apple per ragioni simili: messaggi pubblicitari in cui veniva sottolineata la resistenza all’acqua di alcuni iPhone ed il conseguente rifiuto di riparare in garanzia quelli danneggiati dal contatto con liquidi.

Sia iPhone 12 che iPhone 13 sono certificati IP68, ovvero in grado di resistere fino a 6 metri di profondità per un massimo di 30 minuti.
Apple tuttavia specifica che queste condizioni andrebbero sempre evitate perché la normale usura incide anche sui sigillanti che tengono fuori acqua e polvere.

La garanzia infatti continua a non coprire i danni da liquidi.

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