Diritto alla riparazione: novità dall’Unione Europea

30 Ottobre, 2023

Categorie: Curiosità - Smartphone

La commissione per il mercato interno e la tutela del consumatore del Parlamento dell’Unione Europea ha dato il via libera alla proposta relativa al nuovo Diritto alla Riparazione con un voto favorevole di 38 a 2, senza alcuna astensione. L’obiettivo di questa iniziativa è promuovere la pratica delle riparazioni dei dispositivi, sia durante il periodo di garanzia che successivamente, al fine di incoraggiare una “nuova cultura della riparazione”, come spiegato dal Parlamento europeo in una nota ufficiale.

Questo problema è parte di una questione più ampia che riguarda due aspetti principali: la gestione dei rifiuti elettronici e l’inquinamento generato dalla produzione di nuovi dispositivi destinati a sostituire quelli “vecchi” o guasti per motivi facilmente risolvibili. Secondo le stime della Commissione, solamente nell’Unione Europea, ogni anno vengono smaltite 35 milioni di tonnellate di beni di consumo che potrebbero essere recuperati. Inoltre, la produzione dei dispositivi di sostituzione comporta l’impiego di risorse equivalenti a 30 milioni di tonnellate e l’emissione di 261 milioni di tonnellate di gas serra in forma di CO2 equivalente (CO2e).

Verso il “diritto alla riparazione”

Il modello adottato nei decenni passati è chiaramente insostenibile, per questo motivo, si sta cercando di promuovere una nuova cultura della riparazione, un obiettivo condiviso dai deputati europei, che intendono favorirla mediante incentivi non soltanto di natura economica destinati ai consumatori che scelgono di riparare i loro beni invece di sostituirli. Un esempio di tale sostegno è l’estensione della garanzia legale di un anno per i prodotti che vengono riparati.

Per quanto riguarda i produttori, la proposta del nuovo Diritto alla Riparazione sostenuto dal Parlamento dell’UE impone loro l’obbligo di riparare una gamma specifica di prodotti, tra cui lavatrici, aspirapolvere, smartphone e biciclette, anche se tali riparazioni non rientrano nell’ambito della garanzia legale. Per incentivare questa pratica, i legislatori prevedono che le riparazioni debbano avvenire in un periodo di tempo ragionevole e che i produttori debbano mettere a disposizione dei consumatori beni sostitutivi per tutta la durata del processo di riparazione. Inoltre, se un dispositivo non può essere riparato, i produttori potrebbero offrire al cliente un prodotto ricondizionato invece di richiedere l’acquisto di un nuovo prodotto.

Ed i riparatori?

Secondo la visione del Parlamento europeo, il nuovo Diritto alla Riparazione dovrebbe garantire che sia i riparatori indipendenti che i ricondizionatori, abbiano accesso a tutti i componenti di ricambio, alle istruzioni e agli strumenti necessari per prolungare la vita dei prodotti a un “costo ragionevole” durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Tuttavia, la specifica durata di questo ciclo di vita non è ancora definita in modo chiaro. È importante notare che questa iniziativa è ancora in fase iniziale di sviluppo, con una posizione comune stabilita dai rappresentanti europei, ma molti dettagli devono ancora essere concordati e definiti.

In ogni caso la bozza stati impone nuovi requisiti ai produttori per quanto riguarda le riparazioni dirette, introduce nuovi incentivi per incoraggiare i consumatori a preferire la riparazione alla sostituzione. Inoltre, enfatizza il ruolo centrale dei riparatori indipendenti nell’ottimizzazione del settore delle riparazioni in Europa. Per incentivare questa transizione si intende operare attraverso una migliorata disponibilità di informazioni tecniche sulla riparazione e l’accesso a componenti di ricambio convenienti per i riparatori, con l’integrazione della stampa 3D per la produzione di parti, al fine di rendere il mercato più competitivo e ridurre i costi delle riparazioni. Inoltre, si discute di un obbligo per gli Stati membri di introdurre incentivi economici mirati a revitalizzare il settore delle riparazioni.

Il progetto verrà sottoposto a votazione durante la sessione plenaria del Parlamento europeo programmata per il periodo dal 20 al 23 novembre. Successivamente  si avvieranno i negoziati per elaborare il testo definitivo.

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