DESI 2022: l’Italia settima per connettività

30 Luglio, 2022

Categorie: Informatica - Smartphone

Il DESI 2022, ovvero l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società relativo ai dati raccolti nel 2021, un documento redatto dalla Commissione UE che descrive lo stato della digitalizzazione dei vari stati, riserva all’Italia un 19°esimo posto tutt’altro che entusiasmante.

Eppure tra i vari campi secondo cui i paesi sono valutati, capitale umano, integrazione delle tecnologie digitali, servizi pubblici digitali e connettività, è proprio in quest’ultima categoria che è stato possibile trovare una bella sorpresa per il belpaese:  inaspettatamente l’Italia ha risalito la classifica di ben 2 posizioni raggiungendo il 7° posto, meglio di Svezia, Finlandia e della media europea.

Il motivo è da ricercarsi nel fatto che questo indice sia costruito sulla base di vari componenti: le tariffe broadband, il mobile broadband, la copertura broadband residenziale e gli abbonati rispetto alla popolazione.

Internet

Nel residenziale si è preferito puntare a livello comunitario su uno strumento statistico che definisce una zona coperta da connettività fibra o altro quando almeno il 50% dei civici della corrispondente area censuaria è coperta. E così per il fast broadband (NGA) risultiamo coperti al 97% (7°) e per la fibra (VHCN) risultiamo coperti al 44,2% (26°). Il primo comprende tutte le tecnologie (dall’FTTC all’FTTH) da almeno 30 Mbps in download; il secondo l’FTTH da almeno 100 Mbps. L’anno scorso la copertura FTTH dei nuclei famigliari era al 34%,ora la copertura è aumentata di almeno 10 punti percentuali.

Se però è indubbio che grazie all’opera di TIM ed Open Fiber stiamo assistendo ad un rapido sviluppo della rete FTTH, è possibile che questi dati siano in parte falsati da una teorica copertura territoriale che non corrisponde ad una vero allaccio, e quindi disponibilità del servizio ai singoli numeri civici, ma in definitiva queste statistiche fanno comunque sperare che molti di questi casi si risolvano nell’immediato futuro.

Reti Mobili

Per quanto invece riguarda la copertura 5G, per l’Italia si parla di un sorprendente 99,7%: meglio di Danimarca (98%), Olanda (97%) e della media europea (65,8%).
Un record in parte falsato dalle differenze tra 5G SA (standalone) e 5G NSA (not-standalone). Il primo è quello dei miracoli prestazionali che avremo probabilmente tra qualche anno; il secondo è la tecnologia attuale che ne costituisce solo un antipasto e che in ambito consumer si limita a migliorare l’efficienza della gestione delle reti mobili.

Il 5G SA, come lascia intendere il nome, si basa su infrastrutture dedicate, mentre il 5G NSA si appoggia sulla rete mobile 4G preesistente, ovvero sfrutta le  medesime frequenze ed hardware, perché nel frattempo gli operatori hanno sostituito le vecchie antenne con modelli a “doppio standard” che richiedono un semplice aggiornamento software. Per quanto riguarda lo spettro bisogna ricordare che si parla di condivisione delle frequenze 4G e quelle a 700 MHz del 5G, soluzione che ovviamente non consente ancora la piena diffusione di applicazioni avanzate.

In sintesi per ora è sufficiente avere antenne 4G con il software giusto per poter affermare di fornire servizi 5G, ed anche in questo caso ad essere misurata non è direttamente la qualità del servizio ma una sua espressione “in potenza”.

Conclusioni

La Commissione UE hariconosciuto che la maggior parte degli Stati membri che cinque anni fa registravano un livello più basso di digitalizzazione sta avanzando a un ritmo più veloce degli altri, “il che segnala una convergenza complessiva del digitale nell’UE“, è il caso dell’Italia che ha guadagnato terreno nelle competenze digitali di base, anche se oltre la metà della popolazione continua a esserne priva.

Anche L’offerta di servizi pubblici digitali è aumentata, ma solo il 40 % degli utenti italiani vi fa ricorso, contro una media UE del 65%.
Nel 2021 e nel 2022 ci sono stati vari sviluppi consistenti per quanto riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, a partire dalla pubblicazione della Strategia Cloud Italia, il completamento dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), la diffusione dell’identità digitale (SPID e CIE) e dell’app IO.

L’introduzione e la diffusione dei fascicoli sanitari elettronici rimangono tuttavia limitate e disomogenee da una regione all’altra“, ricorda il documento.

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